Bollezzumme socialab |
Progetto sul Centro Storico di Genova Iltermine‘bollezzumme’è scritto in varie maniere ed ha diverse interpretazioni. Il dizionario Casaccia del 1876 lodescrive così: “Sostantivo maschile. Mareggio. Maricino. Agitazione dell'acqua del mare prodotta dal vento. Subuglio” .In dialetto genovese si dice “a l’è ou boullezzumme”quando una brezza leggera spinge l’acqua del mare tra gli scogli vicino alla riva in una sorta di agitazione o ribollio schiumoso. I 'caruggi' sono i vicoli, stradine e piazzette della città vecchia attorno al porto antico di Genova, il Centro Storico più grande d’Europa.La costruzione della città era stata pensata anche in funzione protettiva da eventuali invasioni dal mare. Gli incursori s’infilavano in questo intrico di stradine e si perdevano finché si ritrovavano in piazzette dove confluivano vari vicoli e lìerano attaccati dai genovesi. Come i pellerossa hanno fatto con le giacche blu, le carovane dei coloni o chiunque invadesse i loro canyon. I caruggi, alcuni li scrivono anche 'carrugi', sono stati fondamentali nella mia educazione. Via Balbi dove c'è la Facoltà di Giurisprudenzaè uno dei confini naturali del Centro Storico. Dall'altro lato partono le colline della città con le 'crose’ verso la Circonvallazione a Monte dove ho abitato per più di venti anni. Via XXV Aprile, sede dell’Istituto di Scienze Sociali, che ho frequentato parallelamente alla Facoltàdi Giurisprudenza è un altro confine naturale. Quindiè ovvio che da ragazzo curioso come sono sempre stato, ho esplorato e visitato caruggi, stanze di appuntamento e baretti frequentati da una fauna umana variopinta. Gli anni dal 1966 al 1969 furono tempi di cambiamento, di lotte sociali e politiche. Nel 1965 – quando i Beatles vennero a Genova– io avevo l'aspetto del classico sfigato per bene, con la camicia di oxford, cravatta regimental, golfino elegante, pantaloni grigi, i capelli corti ed un patetico accenno di basette che incorniciavano una facciaben rasata, orecchie a sventola, occhi verde-grigio con lunghe ciglia. Avevo già diciotto anni (ma ne dimostravo meno) e non avevo mai avuto il minimo incidente, disguido o problema. Forse quello era il mio lasciapassare: ero così innocuo che non potevo creare problemi. Però avevo il mio giro di conoscenze e portavo gli amici a frequentare posti e personaggi assolutamente fuori dal comune. Quante fantastiche 'donne dei caruggi' ho conosciuto in quei tempi! Mi feci anche uno 'scortico', un pied-à-terre, in una traversa di piazza Banchi di cui usufruivano ovviamente anche i miei amici per i loro incontri. Le etnie venivano generalmente dal sud: calabresi, campani, pugliesi e dalle isole siciliani e sardi. Questa educazione di strada si è amalgamata insieme a quella classica accademica delle due lauree e ne è venuto fuori un cocktail interessante. Oggi il Centro Storico è diverso. Ai 'sudisti' sono subentrati gli africani, gli arabi, i sudamericani e anche cinesi ed indiani. Una gran parte di quel territorio èstata ristrutturata ed offerta ai borghesi che per anni temevano di avventurarsi anche solo per andare in qualche antica trattoria a mangiare la cima o un po' di 'gianchetti'. La Facoltà di Architettura al confine sud/est del Centro Storico èstata il grande volano che ha scatenato la ricostruzione, la ristrutturazione e certamente anche la speculazione. Persino la famigerata via Prèè stata conquistata da avamposti dell'Università. Oggi, se si va in via Canneto il Lungo, si ha in pochi metri un’offerta di cucine etniche pari se non superiori a quelle di molti quartieri di Manhattan. Le sere del fine settimana c'è un incredibile bollezzumme di giovani che invadono varie zone per incontrarsi, bere, mangiare, anche rollarsi spinelli senza timore di essere fermati dai poliziotti in borghese. Una 'movida' impensabile ai miei tempi alla fine degli anni del 1960. E’ passato quasi mezzo secolo e il bollezzumme è sempre lì, con diversi attori e protagonisti, ma il copioneè stato scritto centinaia di anni fa. Invece di un porto vibrante con navi che venivano da tutto il mondo adesso c'è l'Acquario, il Bigo, il Porto Antico che attirano turisti da tutto il mondo. Questo cambiamento urbanistico sociale avviene dappertutto in quasi tutte le città occidentali da New York a Lione. Ma qui ha una logica particolare e uno scacchiere diversificato: il Centro Storico è una serie di contrade, sestieri, enclavi uno diverso dall'altro. Lingua, tradizioni, cibo, religioni. Una quasi-New York, non da esplorare in macchina, ma a piedi con differenze visive immediate: giri un angolo, entri in una piazzetta e sei in un altro mondo. 'A Pedestrian New York’ Una Babilonia moderna ed antica allo stesso tempo, circondata fisicamente dalle vecchie mura e dai vecchi confini, dall'acqua del porto alle vie eleganti coi palazzi patrizi che fecero conoscere nel mondo 'Genova La Superba'! Esempio è il Palazzo Ducale, altro confine del Centro Storico verso piazza Matteotti, che da ragazzino frequentavo con mio papà avvocato perché era il Palazzo di Giustizia; oggi èun centro artistico, culturale ed espositivo di grande livello. Ho affittato un posto tra via Prè e via Balbi e ci abito per diventarne cittadino presente, attento, curioso. Allora venivo da Castelletto, borghesia bene, figlio di un avvocato irpino di successo, mamma siciliana. Oggi vengo da New York, dalla Boat Basin – il porto fluviale sull’Hudson River nel centro di Manhattan –dove dal 1979 tengo ancorata, e continuerò a tenere, la mia barca. Questo posto nelle viscere della città diventa una specie di avamposto culturale, antropologico. Un punto di osservazione, un laboratorio che genera dibattiti, mostre, incontri, eventi, feste, proiezioni, in maniera assolutamente informale, spontanea, senza strutture o manipolazioni esterne. Tali situazioni sono fotografate, registrate, montate, mandate in streaming e creano un patrimonio fantastico, in diversi formati e tecnologie dei caruggi anni 2011/2012/2013. È qui che nasce il mio terzo docu-cult. Il primo 'TV Transvestite’, 1982, girato nel cuore di Harlem nel corso di una festa-sfilata di moda-concorso di bellezza del mondo dei transessuali/travestiti neri e portoricani. Il secondo 'Pornology New York', 2005, girato nel cuore dei locali fetish/sadomaso/porno di New York. Il terzo 'Bollezzumme" girato nelle viscere e nel cuore di una città nobile ed antica, di un porto, di un centro di culture, religioni, razze. Il metodo, il modus operandi, è sempre lo stesso, collaudato con i primi due documentari. Essere, diventare, vivere come uno di loro, perché voglio fare entrare nella mia pelle quelle realtà che mi urge documentare. Per questo ho amato i transessuali, i travestiti, i feticisti, i sadomasochisti, i pornografi, per questo si sono lasciati invadere nel loro intimo - perché ero e sono uno di loro. Un metodo con tempi di gestazione, di riflessione, di confronto, per arrivare poi ad una scaletta, quasi-sceneggiatura, immediata, ruspante, diretta al cuore e allo scopo. Documentare, registrare, senza preconcetti e pregiudizi, realtà sociali, politiche, antropologiche. Un vero stile che 'TV Transvestite’ e 'Pornology New York' hanno, che non invecchia e che li fa essere oggi dei veri reperti antropologici, dei documentari-culto. In ‘bollezzumme’ il Centro Storico di Genova diventa una copia, un fac-simile, una stampa, degli archetipi culturali e delle diversità 'nuiorchesi' trasferiti, visti, sperimentati nei 'caruggi'. Non per ritrovare tra il porto ed i vicoli i ricordi di Manhattan, di Brooklyn o del Bronx, ma per scoprire frizioni, protocolli, procedure sociali simili ed omologhe. Il film lo penso in inglese, lo monto in inglese, per chi parla inglese, per il mondo di oggi che si dilania tra nazionalismi e globalizzazioni, tra crisi finanziarie e disarmonie religiose. Un mondo che può ricevere spunti di riflessione dalla diversità creativa dei 'caruggi genovesi'. Riflessioni sulla promozione Il film è di grande attualità. Genova è oggi al centro dell'attenzione mondiale e nazionale. Xavier Salomoncuratore di pittura Europea per il Metropolitan Museum of New York scrive: "Mostpeople think of Rome, think of Florence, think of Venice, but as far I am concerned they are amusement parks for tourists. Genoa has remainder the realthing". Genova è rimasta la realtà... Il 'timing' del progetto è impressionante, persino per me. ‘Bollezzumme’, con la sua prima rappresentazione a New York, si dirige al mercato in lingua inglese con una distribuzione teatrale e vendita a network nazionali e internazionali. Girato in un luogo unico cioè il porto di una cittàche intorno al 1500 era la più ricca al mondo, pioniera nella società e nella cultura, dalla creazione delle banche alla fabbricazione di un tessuto 'jeans', appunto 'genovese’, usato prima dai marinai, poi dai cow-boys ed oggi nessuno può più farne a meno. La convivenza di così tante culture etnie e religioni, in spazi urbanistici ristretti, una a fianco all'altra, diventa un inno alla diversità come motore del mondo. C'è la potenzialità che possa essere visto nei cinema, in televisione, in rete, veramente in tutto il mondo con un lancio adeguato tra festival, rassegne, manifestazioni internazionali e presenza in rete. Oggi i documentari sono una realtà importante nelle programmazioni nei cinema e una possibilità di sfruttamento a lungo termine con i vari mezzi di diffusione attuali. Ecco cinque esempi di documentari americani con il loro incasso lordo nelle sale, che hanno creato il rispetto e l'attenzione delle distribuzioni e degli esercenti di cinema. 'Paris isBurning': agosto 1991;budget mezzo milione di dollari, incasso $ 3.800.000 'HoopDreams': ottobre 1994; no budget, incasso7.830.000 'Bowling Clementine’: ottobre 2002; budget quattro milioni, incasso 21.600.000 'Exit Through The Gift Shop': aprile 2010; no budget, incasso 3,300.000 'Inside Job': ottobre 2010; budget due milioni, incasso 4.300.000 Cito queste cifre per dimostrare che oggi il documentario può creare profitti. Ricordo anche che il tema ed i personaggi di "Paris IsBurning", ossia itravestiti e transessuali di Harlem, sono analoghi del mio 'TV Transvestite’ ma il mio è stato realizzato parecchi anni prima. |